Nasce a Palermo il 23 luglio 1941, per
fargli emettere il primo vagito le ostetriche sono costrette a
percuoterlo a turno selvaggiamente.
All'età di 8 anni sfida le statue di
piazza Politeama a chi ride per primo.
All'età di 13 anni le ha sconfitte
tutte.
Studente brillante e intelligente,
fatica a vedere riconosciuti i suoi meriti a causa dell'eccessiva
riservatezza nel rispondere alle domande durante le interrogazioni e
per la scarna laconicità dei suoi temi: si dice che dalle
elementari all'università abbia usato una sola biro e un solo
quaderno.
Consegue la laurea in giurisprudenza
con una tesi su “La funzione dell'indirizzo in politica” risolta
con un brillante “serve ad intestare le buste”.
Entra in politica nella Democrazia
Cristiana dove contesta la linea forlaniana del “parlare tanto per
non dire niente” parlando per niente per dire meno ancora.
Eletto deputato per la prima volta nel
1983 pur tenendo un unico comizio impreziosito da un appassionante
discorso del quale riportiamo il testo integrale: “Buongiorno,
votate per me, arrivederci.”
Nel '87 è ministro dei Rapporti con il
Parlamento del governo Goria, che notoriamente col parlamento non
aveva alcun rapporto.
Nel '89 è ministro della Pubblica
Istruzione in uno degli innumerevoli governi Andreotti, si dimette
per protesta contro la legge Mammì sostenendo che: “In tv si parla
troppo”.
Nel '93 è l'estensore della legge
elettorale che passerà alla storia col nome di “Mattarellum”;
il testo originale, poi pesantemente emendato nei due rami del
parlamento, era costituito da un solo articolo che recitave: “Chi
vince prende tutto”.
Più
volte ministro e parlamentare nei successivi governi ricopre anche
l'incarico di Ministro della Difesa che gli vale grande notorietà
per l'abolizione della leva obbligatoria, con la motivazione: “Le
burbe parlano troppo.”
La sua
parabola politica lo porta sempre più vicino al centrosinistra,
tanto che sarà tra gli estensori del manifesto fondativo del Partito
Democratico: al suo contributo personale si devono quasi tutti gli
spazi tra una parola e l'altra.
Nel
2009 viene eletto alla Corte Costituzionale dove si distingue per la
dotta ed eloquente estensione delle sentenze: “Perché sì.”
Eletto
Presidente della Repubblica non dorme più per la preoccupazione di
dover fare 7 discorsi di fine anno per i prossimi 7 anni.
La sua
elezione è stata grandemente contestata dai grillini che la
considerano un grave attacco alla libertà di espressione, per evidenti motivi.
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